Esquilino

La chiesa di Santa Prassede

Oggi si accede alla chiesa di Santa Prassede da una porta laterale che si apre sulla via omonima, mentre in origine vi si accedeva da via di San Martino ai Monti, attraverso un protiro, il tipico portico quadrato delle chiese romaniche, dal quale si passava ad una corte quadrata che riproduce il quadriportico delle basiliche paleocristiane.

Secondo le fonti, la figura della santa fu celebrata già nel 489 con un primo edificio di culto, il titulus Praxedis, dedicato ad una certa Prassede, martirizzata nel II secolo, probabilmente durante il regno di Antonino Pio. La sua figura è legata dalla tradizione a Santa Pudenziana, cui è intitolata una chiesa poco lontano, in via Urbana: entrambe figlie del senatore romano Pudente, furono fra i primi a convertirsi al cristianesimo in seguito alla predicazione dell'apostolo Paolo.

Il Liber Pontificalis ci informa che verso il 780 Papa Adriano I rinnovò completamente le strutture del Titulus mentre la chiesa che vediamo oggi fu totalmente ricostruita da Papa Pasquale I nei primi decenni del IX secolo. Nonostante i numerosi restauri, la chiesa conserva ancora i magnifici mosaici fatti eseguire da Pasquale I, che sono fra le testimonianze più importanti dell'arte romana dell'età carolingia, l'epoca avviata con il regno di Carlo Magno, incoronato imperatore del Sacro Romano Impero da Papa Leone III a San Pietro, la notte di Natale dell'anno 800. In quei decenni lo sviluppo culturale fu tale da far parlare per l'arte e la cultura di una vera e propria "rinascenza carolingia", della quale i mosaici di Santa Prassede rappresentano uno degli esempi più notevoli. Vi sono raffigurati, con uno stile chiaramente debitore dell'arte bizantina, Cristo, gli Apostoli, Mosé, Elia, i Simboli degli Evangelisti, l’Agnus Dei, i sette candelabri e i 24 vegliardi dell’Apocalisse; nel catino absidale Cristo compare insieme ai santi Pietro, Pudenziana, Diacono, Paolo, Prassede e Pasquale I. Sopra la figura di Gesù compare la mano di Dio Padre, mentre il pontefice committente, il cui capo è cinto con l’aureola quadrata, tipica dei viventi, offre a Cristo la chiesa di Santa Prassede.

Gioiello di questa chiesa è la cappella di San Zenone, fatta costruire dal pontefice come monumento funerario in onore di sua madre Teodora: il portale esterno è costituito da elementi classici di reimpiego, mentre sulla splendida volta dell'interno, su fondo d’oro, compare Cristo sorretto da quattro angeli.