Esquilino

La chiesa di Santa Bibiana

La chiesa di Santa Bibiana, che sorge oggi sulla trafficata via Giolitti, quasi inglobata dalle strutture della stazione Termini, fu fondata nel 468 per volere di papa Simplicio, nella zona appartenuta agli horti Liciniani. Come spesso accadeva all'epoca, l'edificio di culto fu costruito riutilizzando alcune strutture di una domus di età romana, che secondo la tradizione apperteneva al praefectus Flaviano, padre della martire Bibiana, oppure ad una parente, Olimpina, che le diede sepoltura dopo il martirio. La domus venne forse trasformata nel corso del III secolo in domus ecclesiae, un luogo di culto nel quale i primi cristiani si riunivano segretamente durante i periodi di persecuzione; il papa, quindi, potrebbe essersi limitato in seguito ad ampliare e abbellire questa primitiva ecclesia. Nel XIII secolo, in prossimità della chiesa sorse un monastero femminile, sciolto nel 1440 da Papa Eugenio IV per la "cattiva condotta di alcune religiose". Oggi, le lastre tombali di alcune badesse del monastero sono conservate lungo i muri della chiesa.

Il 2 marzo 1624, in seguito al miracoloso rinvenimento del corpo della martire, Papa Urbano VIII dispose il radicale restauro della chiesa a lei dedicata. In quel momento fu decisa la realizzazione di una nuova facciata, quella che ammiriamo ancora oggi, la cui realizzazione fu affidata al giovane Gian Lorenzo Bernini, per il quale si trattava della prima opera di architettura. L'artista, su ordine del Papa, volle riprodurre una originale interpretazione degli edifici di culto antichi, dando vita a una facciata con un articolato prospetto architettonico, con corpo centrale sporgente, portico a tre arcate e loggiato superiore. Allo stesso artista dobbiamo anche l'altare maggiore e la statua di culto della Santa. Nella stessa occasione papa Urbano VIII commissionò al Maestro Pietro da Cortona e ad Agostino Ciampelli i pregevoli affreschi che narrano episodi della vita della Santa, ancora visibili all'interno della chiesa.