Esquilino

Le grandi ville aristocratiche

Fra Settecento e Ottocento tante famiglie della nobiltà romana scelsero L'Esquilino, che nel Medioevo era stato quasi interamente rioccupato dalla campagna - ad eccezione di alcuni monasteri ed edifici religiosi - come sede di vaste residenze private, riscoprendo il ruolo di questa zona ai limiti della città come buen retiro delle classi privilegiate, ruolo che già aveva ricoperto nell'epoca romana imperiale. Fra le ville sorte in questi anni vale la pena di ricordare quella del Cardinale Felice Peretti, divenuto papa con il nome di Sisto V (1585 – 1590), proprietario di una vastissima tenuta sul versante nord-occidentale della collina, su una vastissima area compresa fra le Terme di Diocleziano e Porta Tiburtina. Papa Peretti, legatissimo a questo settore della città, promosse la costruzione di una nuova rete viaria, ampia e articolata e dell'Acquedotto Felice, che provvedeva all'approvvigionamento idrico dell'Esquilino, del Viminale e del Quirinale. Nel secolo successivo il Marchese Massimiliano Palombara, appassionato di alchimia, la mitica arte della trasmutazione dei metalli, e assiduo frequentatore del circolo esoterico della regina Cristina di Svezia, che visse a Roma nella seconda metà del XVII secolo, costruì nell'area che era stata occupata secoli prima dagli horti Lamiani una meravigliosa villa, entrata a buon diritto fra i luoghi più leggendari di Roma per i racconti che ruotano intorno al laboratorio alchemico del marchese, la cui unica traccia si conserva nell'angolo settentrionale di Piazza Vittorio: qui è stata ricollocata infatti una delle porte di ingresso alla villa, chiamata Porta Magica o Porta Alchemica. I simboli esoterici incisi sull'architrave e sugli stipiti e le frasi in ebraico e latino sono stati legati alla mitica ricerca della pietra filosofale, tanto che in un famoso videogioco la protagonista Lara Croft deve tentare di aprire questa porta per riuscire ad impadronirsi della Pietra Filosofale. La porta, che si affacciava in origine sulla via Felice, tra le attuali via Carlo Alberto e via di San Vito, è stata spostata nel 1873, nel corso dei lavori di trasformazione urbanistica seguiti alla proclamazione di Roma Capitale, durante i quali le ville aristocratiche furono distrutte in pochi anni per lasciare il posto ai palazzi umbertini che avrebbero cambiato il volto del rione trasformandolo nel quartiere popolare di oggi: lo stesso destino ha accomunato infatti Villa Palombara alle altre ville nobiliari che sorgevano in questa zona, fra le quali Villa Giustiniani, compresa fra via Merulana, via Labicana, via Tasso e Piazza San Giovanni, Villa Altieri e Villa Astalli, tra la Via Felice e la Via Labicana. L'unica a sopravvivere in parte a questa sorte, forse perchè fu l'ultima ad essere costruita, nel 1830, è Villa Wolkonsky, localizzata a sud della via Labicana, ora sede dell'ambasciata britannica.