Esquilino

Il Ninfeo di via Ricasoli

Tra il 2000 e il 2001 una imponente opera di riqualificazione urbanistica ha coinvolto la zona dell'Esquilino a ridosso della Stazione Termini, occupata all'indomani dell'Unità d'Italia da un vasto quartiere militare. In quell'occasione gli edifici che ospitavano la Caserma Sani, costruita nel 1884 dall'architetto Gioacchino Ersoch e ormai dismessa, sono stati restaurati e destinati ad ospitare i banchi del vivace mercato fino ad allora posto in Piazza Vittorio.

Poche decine di centimetri al disotto dei pavimenti moderni, i lavori di ristrutturazione hanno riportato alla luce i resti di una fontana monumentale databile con tutta probabilità al III secolo d.C. Le strutture, che dovevano estendersi in lunghezza per quasi 50 metri, erano certamente ben visibili a chi percorreva il tratto della via Tiburtina interno alle mura Aureliane, e probabilmente erano anche funzionali a sostenere il leggero pendio restrostante.

Osservando i pochi resti oggi conservati, non è semplice immaginare lo spettacolo che questo monumento offriva a chi percorreva la strada, ma ci possono aiutare le ricostruzioni di un'altra celebre fontana pubblica, il Septizodium, che sorgeva alle falde orientali del Palatino e fu ritratto dai disegnatori romani fino al XVI secolo, quando gli ultimi resti visibili vennero demoliti.

I resti dell'edificio sull'Esquilino ci permettono di immaginare una struttura costituita da due quinte monumentali leggermente sfalsate, affacciate verso la strada. Le due strutture, distanti alcuni metri l'una dall'altra, dovevano ricordare lo spazio scenico di un teatro, con la facciata mossa da esedre semicircolari e articolata su più piani, decorati con tutta probabilità da colonnine marmoree. Gli spazi semicircolari ospitavano forse delle statue, oppure giochi d'acqua, zampilli o cascatelle che si gettavano in una vasca rettangolare posta di fronte al monumento.