Esquilino

Piazza dei Cinquecento

Nell'area dell'attuale Piazza dei Cinquecento, fra 1947 e 1949, i lavori per la realizzazione della linea B della Metropolitana riportarono alla luce uno straordinario complesso edilizio, conservato fino a quel momento al disotto di una collinetta artificiale che aveva protetto per secoli le rovine, il Monte della Giustizia. I resti erano stati individuati per la prima volta quasi un secolo prima, nel 1862, ma solo in questa occasione fu possibile indagare in maniera estensiva le strutture, che occupavano gran parte della piazza e presentavano uno straordinario stato di conservazione. Agli occhi degli scopritori, apparve quello che fu subito interpretato come un intero quartiere residenziale, progettato e realizzato in maniera unitaria durante il regno dell'imperatore Adriano (117-138 d.C.). I fabbricati, realizzati in laterizio, su più piani, ospitavano generalmente al piano superiore abitazioni private, mentre a livello della strada trovavano posto botteghe, magazzini per le derrate e perfino un piccolo edificio termale. Gli stretti vicoli fra i diversi caseggiati conservavano ancora i marciapiedi e il sistema fognario, costituito da un ampio collettore al centro della sede stradale, nel quale confluivano le condutture delle singole abitazioni. Per fare spazio alla galleria e ai vani di servizio della nuova linea della metro, le strutture furono completamente distrutte dopo uno scavo frettoloso, seppure così ben documentato dai taccuini, foto e disegni di Luigi Pietrogrande, l'archeologo che seguì gli scavi all'epoca, da permetterne un accurato riesame in anni recenti.

In particolare l'attenzione degli scopritori fu attratta da un isolato a pianta triangolare che ospitava una ricca domus e un impianto termale, annesso all'abitazione principale ma forse aperto anche al pubblico. Questa tipologia di edifici, i balnea, si distingueva dalle più vaste thermae, costruite e gestite dallo Stato, perchè si trattava di edifici costruiti e gestiti da privati: l'Esquilino, quartiere popolare ad altissima densità abitativa, ebbe un gran numero di questi edifici, frequentati da persone di ogni ceto sociale, che qui trascorrevano ore di relax, l'otium romano, occupandosi dell'igiene e della salute del corpo così come di relazioni sociali e di affari. Le stanze che accoglievano i frequentatori del balnea di Piazza dei Cinquecento, confortevoli e lussuose, erano decorate da affreschi che riproducevano scene tipiche di quel che avveniva al loro interno: in uno degli affreschi, compaiono leggiadre bagnanti appena coperte da un telo e calzate di semplici sandali, accompagnate da un inserviente che porta la capsa, il beauty case dell'epoca, che conteneva balsami, oli profumati e tutto quanto necessario per il bagno.

Il pregio di questa decorazione, decisamente lussuosa per stile e dimensioni, ha fatto ipotizzare che la proprietà di questa parte del quartiere fosse elevatissima, forse addirittura della famiglia imperiale. Prima della distruzione delle strutture, i magnifici affreschi, così come i mosaici pavimentali, furono distaccati e sottoposti ad un accurato restauro, in seguito al quale alcune stanze furono ricostruite nelle loro dimensioni originali all'interno del Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo. Le finestre del Museo, che si affacciano su Piazza dei Cinquecento, offrono ai visitatori una vista privilegiata sul luogo di rinvenimento, oggi uno dei luoghi più trafficati della Capitale, che ospita il capolinea di numerose linee degli autobus, delle due linee della Metro e della principale stazione ferroviaria.