Esquilino

La casa del Bernini

Nato a Napoli nel 1598, Gian Lorenzo Bernini si trasferì a Roma con i genitori all'età di otto anni al seguito del padre Pietro, pittore e scultore toscano, uno degli artisti che lavorarono alla fabbrica della Basilica di S. Maria Maggiore. Il giovanissimo Gian Lorenzo visse quindi da vicino l'affollato cantiere per la decorazione della basilica, e il clima che vi si respirava dovette influenzare la sua vita futura. Probabilmente proprio per la vicinanza con il cantiere nel quale lavorava, Pietro scelse per la famiglia un'abitazione che sorgeva accanto alla basilica, in via Liberiana 24. Qui il Giovane Gian Lorenzo visse dal suo arrivo a Roma fino al 1642, quando si trasferì in via della Mercede, non lontano dalla Piazza San Silvestro.

La casa dell'Esquilino ospitò quindi tutto l'apprendistato artistico di Gian Lorenzo Bernini: qui lo scultore realizzò tre opere scultoree che contribuirono a diffondere la sua fama in Vaticano, ovvero presso i più validi mecenati e committenti dell'epoca: il ratto di Proserpina, il David e l'Apollo e Dafne, commissionate dal cardinale Scipione Borghese fra il 1621 e il 1625 ed ora esposte alla Galleria Borghese. Proprio queste opere accreditarono l'artista presso il cardinale Maffeo Barberini, il futuro papa Urbano VIII, che commissionò al Bernini il radicale restauro della chiesa di Santa Bibiana; per la prima volta, in quest'occasione gli fu commissionata non solo la statua della santa, ma anche il disegno della facciata della chiesa , che si è conservata fino ai giorni nostri: la chiesa, oggi prospiciente via Giolitti, sorgeva all'epoca ai limiti della città, e possiamo immaginare il Bernini attraversare tutto l'Esquilino per raggiungere il suo cantiere.

Morto il 28 novembre del 1680, Gian Lorenzo Bernini è sepolto nella tomba di famiglia, nella basilica di S. Maria Maggiore, a poche centinaia di metri di distanza dalla casa dove visse in gioventù.