Esquilino

Le "piccole terme" di Via Ariosto

Nel 1874, mentre era in corso la costruzione del nuovo rione Esquilino, fra le attuali via Ariosto e piazza Dante fu riportata alla luce parte di un piccolo complesso termale realizzato nel IV sec. d. C. In quegli anni di rapidissima espansione edilizia, le piccole terme subirono il destino comune a tanti altri edifici antichi e furono demolite subito dopo il ritrovamento, tanto che è giunta fino a noi solo una pianta fatta disegnare dalla Commissione Archeologica Municipale. Gli ambienti rappresentati sulla planimetria costituiscono solo una parte di un complesso molto più vasto, una ricca domus munita di un confortevole complesso termale privato destinato ai padroni di casa e ai loro ospiti.

Il ritrovamento più emozionante, secondo il suo scopritore Rodolfo Lanciani, avvenne durante la demolizione, che al momento del ritrovamento, secondo le parole del Lanciani, era già priva "non solo dei suoi intonachi e delle sue decorazioni, ma pur anco dei paramenti di rozzo mosaico bianco e nero": le fondazioni dell'edificio erano state realizzate infatti utilizzando come materiale da costruzione un grande numero di sculture ridotte in pezzi. Alcune delle statue sono oggi esposte nel museo della Centrale Montemartini: una splendida fontana a forma di grande tazza decorata con delicate infiorescenze, girali di acanto e tralci di vite, e alcune figure umane, tutte di dimensioni inferiori al vero, che raffiguravano divinità: Asclepio, Atena, un giovane vestito con una corta tunica, forse Efesto, una figura femminile con diadema da individuare forse con Hera. In origine, come hanno rivelato i restauri, le statue erano probabilmente decorate con una vivace policromia, lontanissima dall'assoluto candore al quale ci hanno abituato le collezioni museali.

La presenza di materiali edilizi e statuari antichi è tipica di quelli che gli scopritori definirono "muri de li bassi secoli", e caratterizza la tradizione costruttiva più frettolosa e più povera della tarda antichità. La straordinaria qualità delle statue, fra l'altro, ci permette di ipotizzare che provenissero da questa stessa zona, e che appartenessero alla preziosa decorazione di uno dei padiglioni degli horti Lamiani, che in età imperiale occupavano quest'area dell'Esquilino e che all'epoca della costruzione di quest'edificio dovevano essere già in declino.